Perché crioconservare i propri ovociti
La Società di oggi ed il trend socio economico nei Paesi industrializzati ci ha portato ad una progressiva posticipazione della ricerca del primo figlio e vi è una scarsa consapevolezza del rapporto negativo tra l’avanzare dell’età e la possibilità di avere un bimbo in braccio.
Altre volte è la mancanza di un partner adeguato a costruire una famiglia o la mancanza di una tranquillità finanziaria a portare verso un’età sfavorevole tale desiderio.
Altre volte ancora possono associarsi alcune patologie a rischio di compromissione della fertilità futura come l’endometriosi od interventi ovarici ripetuti od abituali, ma anche predisposizioni familiari per una menopausa precoce.
Il poter conservare i propri ovociti “Social Freezing” nella terza decade di vita (20-30 anni) consentirebbe finalmente alla donna non solo una partecipazione ugualitaria nel mondo del lavoro, ma anche la possibilità di mantenere le possibilità di una buona prognosi riproduttiva tipica della giovane età, di ridurre l’abortività e le patologie cromosomiche del nascituro legate all’età materna utilizzando semplicemente i propri giovani ovociti, anche se in età più avanzata.
Alcune Multinazionali come Facebook ed Apple offrono alle loro dipendenti tale opportunità come “benefit”, per non sacrificare la propria fertilità e non rinunciare alla carriera.
Da un punto di vista medico potrebbe esser paragonato all’autodonazione di sangue prima di un grosso intervento chirurgico: una grande opportunità come Guido Pennings ci ha dimostrato.
Francesco Tomei
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